Scrivere aiuta ad andare in profondità, a soffermarsi, a riflettere.

Qui troverai un archivio di articoli scritti da me su vari temi che spaziano dal vivere a contatto con la natura, lo yoga, movimento consapevole, pilates, meditazione e molto altro frutto degli studi ma soprattutto della mia esperienza personale.

Buona lettura!

Francesca

Pranayama per rilassarsi e dormire bene

Pranayama per rilassarsi e dormire bene

 Nadi Sodhana è conosciuto anche come la “Respirazione a narici alternate” ed è una tecnica di “pulizia” delle “Nadi” ossia dei canali energetici del nostro corpo: Ida e Pingala, le Nadi destra e sinistra. In questo modo, andremo a riequilibrare eventuali situazioni di disequilibrio, permettendo alla nostra energia di scorrere in modo fluido e ritrovare la nostra calma.

➤ Ida sorge dal lato sinistro di Muladhara Chakra, sale con un movimento a spirale lungo la colonna vertebrale fino al lato sinistro di Ajna Chakra, per poi sfociare alla base della narice sinistra. È un’energia di tipo femmnile, lunare, rinfrescante e calmante; è associata al colore blu e alla notte. Le sue funzioni sono assimilabili a quelle del sistema nervoso parasimpatico anche perché favorisce l’introspezione e la consapevolezza interiore. È conosciuta anche come Chandra Nadi.

➤ Pingala sorge dal lato destro di Muladhara Chakra, anch’essa risale a spirale in senso opposto a Ida fino a raggiungere il lato destro di Ajna Chakra per poi terminare alla base della narice destra. Pingala Nadi è di colore rosso fuoco; trasporta un’energia maschile e solare, attiva e fisica. Il funzionamento di Pingala è sovrapponibile a quello del sistema nervoso simpatico che attiva il metabolismo. È chiamata anche Surya Nadi. Praticate quindi Nadi Shodhana quando vi sentite particolarmente stanchi, stressati o per disintossicare corpo e mente (ottima anche per quando si ha mal di testa).

Come praticare la respirazione Trovare una posizione comoda e seduta (non sdraiata), in modo che la nostra colonna sia bella allungata verso l’alto e possiamo respirare in modo agevole Importante, soffiarsi il naso prima di questo esercizio 🙂 Portare il dito indice e medio della mano destra al centro del nostro terzo occhio (lo spazio tra le sopracciglia) Chiudi con il pollice della mano destra la narice destra e INSPIRA dalla tua narice sinistra Chiudi poi la narice sinistra con l’anulare destro ed espira dalla narice destra Inspira dalla narice destra Chiudi la narice destra con il pollice destro ed espira dalla narice sinistra Ripeti il ciclo finché ne senti il bisogno.

Concludere sempre dalla narice sinistra

Francesca

Quale tappetino scegliere?

Quale tappetino scegliere?

Nella vasta gamma di proposte e brand è diventato aggi difficile scegliere il tappetino che possa fare al caso nostro per le attività che svolgiamo sia a casa che in palestra.

Variano le dimensioni, lo spessore, i materiali, ma allora con quale criterio devo scegliere il tappetino?

Dipende dal tipo di attività che fai; partiamo dallo yoga. Il tappetino da yoga deve avere della caratteristiche ben precise, deve essere antiscivolo e possibilmente non spesso oltre i 6mm in modo da poter mantenere con facilità anche le posizioni in piedi e di equilibrio.

Deve garantirci stabilità e aderenza, deve avere lo spessore adeguato per supportare le articolazioni ed eventuali urti, e deve essere sufficientemente largo e lungo da garantirci un certo comfort durante la pratica.

Inoltre, deve essere abbastanza resistente da sopravvivere a diversi lavaggi e, potendo scegliere, dovrebbe rispettare l’ambiente, e quindi essere fatto di materiali naturali, ecologici o riciclati, in ogni caso non tossici.

Alcuni tappetini yoga, soprattutto per chi è alle prime armi, presentano anche una mappa che indica i punti di appoggio per mani e piedi, ideale per eseguire correttamente le varie posizioni.

Per quanto riguarda il Pilates la questione è leggermente diversa. Per questa fantastica disciplina è meglio scegliere un tappetino più morbido con uno spessore che varia da1,5 cm fino a 2 cm, in modo da stare comodi e rilassanti considerando che la maggior parte degli esercizi del repertorio Pilates si svolgono distesi sia supini che proni.

Anche in questo caso attenzione ai materiali, sostanze tossiche allergeni e non rispettose dell’ambiente. Praticando Pilates spesso respiriamo con naso e bocca molto vicini a terra e, se ci sono sostanze volatili, potremmo facilmente inalarle.

I prezzi possono ovviamente variare a seconda della qualità e dei materiali utilizzati, ma ricorda che quando acquisti un prodotto di qualità stai facendo un investimento su più fronti: per la tua salute, per l’ambiente e anche per il tuo portafogli, in quanto un buon prodotto è destinato a durare nel tempo!

Buon allenamento

Francesca

 

 

 

Chi era Joseph Pilates

Chi era Joseph Pilates?
Tutti noi almeno una volta abbiamo sentito il nome Pilates o perchè pratichiamo questa disciplina in palestra o magari per sentito dire sappiamo che facendo Pilates la postura migliora; ma chi era realmente Pilates e come si è così diffusa questa straordinaria attività fisica? Scopriamolo insieme.
Questo metodo prende il nome dal suo inventore, Joseph Pilates nato nel 1880 vicino a Dusseldoff. La sua infanzia è stata segnata da vari disturbi fisici come asma rachitismo e febbre reumatica. Questa sua debolezza costituzionale è stata il motore che lo ha spinto ha reagire interessandosi sia della medicina tradizionale sia di quella orientale. Al fine di vincere i propri limiti fisici si dedicò allo studio dell’anatomia umana e allo sport, praticando box, ginnastica, sci, yoga.
Nel 1912 si recò in Inghilterra dove lavorò come preparatore atletico per gli investigatori di Scotland Yard e successivamente, allo scoppio della Prima guerra mondiale venne imprigionato a Lancaster insieme ad altri cittadini tedeschi. Durante il periodo di prigionia scoppiò una epidemia che avrebbe ucciso migliaia di inglesi, ma nessuno dei compagni detenuti di Pilates si ammalò grazie al training rigoroso ed efficace cui Pilates rigorosamente li sottopose. Successivamente, a causa della guerra Pilates fu costretto a confrontarsi con una realtà ancora più drammatica. Si trova a stretto contatto con soldati mutilati a seguito delle ferite riportate spesso immobilizzati a letto e bisognosi di terapie riabilitative. In questo periodo si impegnò a costruire macchianari e attrezzature che potessero favorire il recupero fisico dei feriti dai loro letti.

Nel periodo di pace tra le due guerre Pilates torna in Germania e lavora sia come coreografo sia come istruttore per il corpo di Polizia ma allo scoppio della Seconda guerra mondiale decide di lasciare l’Europa trasferendosi in America. Durante la traversata per gli Stati Uniti incontra Clara, la donna che divenne sua moglie con la quale una volta arrivati a New York decide di aprire uno studio. Questa decisione si rivelò fondamentale per la diffusione del suo metodo perché lo studio era proprio accanto alla sede del New York City Ballet. I ballerini cominciarono a rivolgersi a Pilates a seguito di traumi fisici più o meno seri al fine di intraprendere una riabilitazione che gli permettesse di tornare a danzare. Il metodo comincia a diffondersi con successo e Pilates continuò così la propria attività perfezionando ulteriormente sia gli esercizi che i macchinari.
Nel 1967 Pilates muore e per un periodo lo studio viene portato avanti dalla moglie Clara fino alla definitiva chiusura nel 1989. Ciò non significa che la storia del metodo Pilates finisca qui; nel tempo è stato adottato oltre che da ballerini anche da sportivi, fisioterapisti e cultori del benessere fisico e psicofisico fino ai giorni nostri.
Importante, come conclusione dire che, il metodo Pilates non può identificarsi in una serie di esercizi rigidamente codificati da ripetersi in maniera fissa e sistemica, ma è un metodo che può e deve essere adattato alle esigenze fisiche dell’allievo.
Mi sento di dire per questo di affidarvi sempre a istruttori qualificati che possano garantire l’efficacia e la corretta esecuzione degli esercizi per ognuno di voi.

Buon allenamento
Francesca

quante volte mi devo allenare a settimana?

Trovare la frequenza di allenamento perfetta è un problema che riguarda un po’ tutti, principianti e non. Stabilire il numero di allenamenti che possano garantire i risultati prestabiliti non è semplice, ci sono molte variabili. La cadenza con cui allenarsi dipende infatti da una molteplicità di fattori come lo stato di forma fisica in cui ci si trova, l’obiettivo dell’allenamento, lo stile di vita, la dieta e il metabolismo, la disponibilità individuale o il tipo di allenamento stesso per esempio un allenamento ad alto impatto richiede necessariamente giorni di recupero, al contrario una attività come il Pilates o lo yoga possono essere praticati anche tutti i giorni. Non di meno è il fattore tempo e impegni quotidiani, la vita, il lavoro. Molte volte ho avuto richiesta da parte di alleiv* di abbonamenti con frequenza quattro cinque volte a settimana ma poi difficilmente le aspettative sono state mantenute. La cosa migliore è trovare un giusto equilibrio sia nella tipologia di allenamento sia nella frequenza.

La prima cosa da fare è sicuramente iniziare gradualmente, per arrivare ad aumentare le sessioni. La scelta dell’orario non è da sottovalutare la mattina dà al corpo una particolare energia per affrontare tutta la giornata, riattiva il metabolismo e il sistema cardiovascolare. Al contrario fare un allenamento alla sera potrebbe aiutare a scaricare tutto lo stress accumulato nella giornata e ci induce a dormire meglio. Se decidiamo di frequentare due o tre volte a settimana sarebbe opportuno variare la tipologia di allenamento per esempio alternando alle classi di pilates o yoga una attività più a medio o alto impatto per avere un programma di allenamento più completo e strutturato. Se al contrario frequentiamo la sala pesi o facciamo uno sport intenso fare almeno una volta a settimana Pilates aiuta a riequilibrare la postura allungare i muscoli e scaricare le tensioni.

Per concludere il programma di training perfetto è comunque quello che tiene conto sempre di un fattore essenziale: Tu. La tua voglia di stare in forma, di divertirti e di stare bene con te stesso.

Buon allenamento

Francesca

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